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  • Writer's pictureAlessandra

La mia città



Le città d’acqua hanno qualcosa in più.

L’ho sempre detto delle città di mare, io che il mare ce l’ho dentro.

Io che, vicino alle montagne, ho sempre pensato di esserci arrivata per sbaglio.

Ma col tempo ho sentito che, anche qui, l’acqua mi accoglie.

Ed esiste, nelle sue forme diverse.


Esiste, nel fiume che placido scorre dopo le rapide e fiducioso va verso la pianura, quasi sembra immobile a guardarlo dalla Passerella, in direzione est.


Esiste, nel fiume quando sembra un torrente, lì dopo al vecchio ponte romano. Dove abbiamo ricreato uno stadio con i vortici e il rumore della schiuma, dove la Dora è potente e trasporta e confonde le canoe, con l’acqua fredda solo a guardarla.


Esiste, nei laghi tutti attorno.


Il maestoso Sirio, il re. Elegante scrigno di acqua che gioca ai riflessi col cielo e gli alberi, camaleontico durante le ore della giornata e il passare delle stagioni.


I più piccoli vassalli, il lago di Cascinette, con la collina e la panchina da cui, illusa, domino il panorama e mi sento viva.

Il lago San Michele, di difficile accesso, che mi pare sempre una cartolina. Lo scorgiamo solo per brevi tratti, non riusciamo a prenderlo ma ci godiamo le viste parziali del ponticello, della radura, delle anatre.

Il lago di Montalto, preistorico anfiteatro di vita sulle palafitte, con i suoi canneti, i suoi sentieri, il castello sullo sfondo, in alto.

Il lago Nero, arroccato sui sentieri più impervi, che si fa ammirare da chi sceglie la strada meno battuta.

E poi le torbiere e i laghi prosciugati che fanno ballare gli alberi, se salti a piedi uniti.


Acqua nel suolo, nelle conche, tra le rive.

Che mi disseta e alimenta.



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