Andarci, senza esserci mai stati.
Leggere tra le righe di un libro, in una lingua che non è la mia, ma mi appartiene. La storia di un piccolo principe e la sua vacanza in Africa.
Apparentemente banale. Apparentemente lontano da me. Invece rifletto, sul racconto della distanza. La regalità è fatta di distanza, spiega, di distacco. Dalle persone, dalle cose. Anche in mezzo alla folla, salutare con distacco. Anche all’interno della famiglia, dove i rapporti sono rarefatti.
E poi andare in Africa, dove non esistono più distanze. Dove si è uomini di fronte alla natura immensa, potente, grandiosa.
Il delta dell’Okavango. Gli animali sullo sfondo, la boscaglia, le guide locali. Gli appostamenti e le risa attorno ai fuochi. I falò, i campfires, simbolo primitivo di comunità e di condivisione. I campfires della notte dei tempi.
E lì, davanti alle fiamme, ai rami che scoppiettano e ai bagliori che illuminano la sera,
non esiste il principe,
non esiste il re. Siamo solo io e te.
Nota: questa fotografia è una delle poche di questo blog che non è stata scattata da me, l'ispirazione in questo caso l'ho tratta dal libro "Spare", l'autobiografia di Prince Harry.
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