Questi ultimi mesi sono stati mesi di giornate passate per lo più in casa.
Non ricordo nemmeno più bene quando tutto questo sia iniziato in modo netto, forse da novembre, con le prime zone rosse (e il Piemonte è sempre stato tra le regioni peggiori, modestamente) e con la mia decisione definitiva di lasciare il piccolo ufficio fuori casa che da circa 3 anni avevo preso all'interno di uno studio di un amico.
Il mio lavoro è cambiato moltissimo nell’ultimo anno, ma diciamo che già dall’autunno del 2019, quando ho iniziato ad avviare un progetto più “editoriale” e formativo, seppur in bozza, rispetto a quello che stavo facendo. Con l’evoluzione verso la comunicazione turistica, con l’apertura di un canale come il blog e la messa a punto di corsi online di formazione (in inglese e in italiano), un ufficio fuori casa era difficilmente utilizzabile e poco pratico, soprattutto in tempi di pandemia e figli a casa da scuola a singhiozzo.
Creare contenuti richiede molto tempo e pazienza, perché non è tutto lineare e scandito, spesso il tempo che avevi previsto non è quello giusto e quindi interrompi per fare altro e poi torni quando hai la giusta concentrazione e ispirazione. A volte inizi solo alle sei di sera e prendi appunti dopo cena. Ma è molto stimolante e creativo, e ti permette, se lo sai gestire, di esprimere davvero appieno la tua personalità e le tue competenze.
LA MIA SCATOLA-UFFICIO
Quindi la casa è diventata il mio ufficio, ho creato uno spazio di archivio, un angolo del seminterrato, con tutto il materiale di questi 10 anni di lavoro da libera professionista nel mondo del turismo, ma poi ho anche creato una scatola-ufficio, come la chiamo io.
Una soluzione ancora più versatile e flessibile, se possibile.
Si, perché amo muovermi nei tavoli a disposizione in casa, in alcuni riesco meglio a fare un lavoro, in altri angoli riesco meglio a concentrarmi per fare le parti più creative o grafiche. E poi devo incastrarmi con gli spazi dei miei figli, che sono 3 e ovviamente vivono a modo loro la casa, con le necessità delle loro età e con gli adattamenti del periodo pandemico.
Così questa scatola-ufficio contiene lo stretto necessario per il lavoro in corso e alla sera vi ripongo dentro il computer, l’agenda, i mille fogli e le cartelline, e poi penne ed evidenziatori…e cerco di metterla sempre nello stesso posto. Per lavorare in casa è molto importante dividere gli spazi, anche mentali, tra privato e lavoro e con questi accorgimenti ho ovviato a tanti errori fatti in passato.
Mi sono interessata all’argomento del “decluttering” (che è quasi una filosofia di vita) e ai metodi giapponesi come quello di Marie Kondo, la guru del cleaning, autrice del best seller “Il magico potere del riordino: Il metodo giapponese che trasforma i vostri spazi e la vostra vita”.
Un bestseller che fa parte di una vera e propria rivoluzione nel mondo del riordino,
Un metodo che promette di riportare ordine, luce e gioia in casa (e forse nella vita), attraverso tanti piccoli trucchi, applicati però con il particolare rigore nipponico che tanto amo, pur non avendone di mio nemmeno un grammo innato.
Quindi è stato necessario, in questo momento di “ritorno a casa” del mio tempo lavorativo, effettuare innanzitutto un decluttering, per fare spazio in casa ma anche nella mia mente.
Sono letteralmente annegata interi pomeriggi nel seminterrato, in quella che è la mia zona studio “ufficiale” (ossia che ha tutto l’archivio di riviste e quadernoni, una scrivania e una sedia comodissime – ma che non uso quotidianamente perché come vi ho detto prima mi muovo per la casa, che per fortuna è ampia, lavoro su diversi tavoli portandomi dietro la mia scatola!): ho buttato per terra tutto il materiale traslocato dall’ufficio esterno e ho provato a pulire, ossia a buttare.
E’ davvero difficile farlo, però con un po’ di coraggio dopo si sta davvero molto meglio!
Ho ancora delle cartelline di miscellanea (che Marie Kondo non approverebbe affatto) infilate nella libreria, ma ritengo di aver fatto tutto sommato un buon lavoro.
Nel riordino del seminterrato mi sono anche imbattuta nella libreria di casa, quella dove avevamo ammassato moltissimi libri appena arrivati qui dopo il trasloco. Libri nostri ma anche libri delle case di prima, delle case di famiglia "dismesse".
LE GUIDE D’ITALIA DEL TOURING CLUB
E mi sono imbattuta in una sezione viaggi che mi ha davvero rapito:
ho trovato tutta una serie di guide turistiche e cartine vintage che appartenevano ai miei suoceri.
La collana “GUIDA D’ITALIA” del Touring Club italiano è forse quella che preferisco.
Le piccole guide in formato manualetto rosse, compatte e densissime di pagine... le adoro e infatti le ho spostate al piano terreno, nel nostro salotto: credo meritino più attenzione quotidiana da parte di noi tutti (e dei nostri ospiti, quando ne avremo di nuovo….)
Ne abbiamo tantissime, sono all’incirca tutte degli anni ’60 e ’70. Ognuna di loro è un piccolo gioiello, contiene molti riferimenti alla società dell'epoca, al momento storico, con quel lessico ora in disuso che però mi piace tantissimo.
Dal volume “Milano e Laghi”, del 1967 (ottava edizione):
A dieci anni di distanza dalla precedente, una nuova edizione di Milano e Laghi si era resa necessaria più che di ogni altro volume della “Guida d’Italia”. Giacché se in ogni parte del paese, nell’ultimo decennio, il rinnovamento della vita è stato vigoroso e incalzante, a Milano e nel suo territorio esso ha, come suol dirsi, bruciato i tempi.
Accenneremo solo alla realizzazione della Metropolitana, al sorgere dovunque e nel cuore stesso della città di grandi edifici di modernissima architettura, alla creazione di interi nuovi quartieri. Accenneremo, nel campo culturale, all’apertura di nuovi musei e all’incremento e risistemazione delle vecchie raccolte, ai restauri apportati a edifici monumentali, al fervore di studi critici che hanno illuminato di nuova luce il patrimonio storico e artistico.
Ho trovato estremamente divertente questa testimonianza di quegli anni, i favolosi anni Sessanta, che sono stati tali anche per il turismo. Un momento in cui le grandi città italiane prendevano una forma più moderna e fruibile al viaggiatore curioso, un momento di rivalutazione del patrimonio culturale e artistico. Un momento di ricostruzione di una identità nazionale.
Un po’ sento un parallelo con questo momento storico, alla soglia di riaperture dopo mesi di blocco della vita sociale (e non solo) per via della Pandemia. I paralleli sono tanti e ci sono anche molti distinguo da fare, di certo. Ma che ci sia quasi un atteggiamento di meraviglia e stupore nel ritorno al “viaggiare” è innegabile.
E tu? Hai anche tu qualche ricordo o qualche “vecchia” guida turistica in casa? Fammelo sapere nei commenti
👉 di sicuro quando ho ideato le video guide "Ispirami il viaggio" ho cercato di apportare in questo settore un cambiamento che stesse al passo coi tempi e che aiutasse il viaggiatore a ricevere una giusta quantità di informazioni, senza esserne sommerso. 50 anni separano la Collana “Guide d’Italia” che ho trovato in casa dalle mie Video Guide, ma entrambe sono state fatte con lo stesso intento!
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